La GHER mongola (YURT in turco, YURTA in russo) è la tradizionale tenda dei popoli nomadi dell’Asia Centrale. È fatta a forma circolare e si smonta e si ricostruisce in un paio di ore. Può essere trasportata su due animali (generalmente yak) o su di un carretto. Pesa fra i 150 e i 300 chili

È composta di una struttura di legno con due pali centrali che sostengono un cerchio di legno posto in alto al centro, al quale si collegano come i raggi di una ruota i pali che sostengono il tetto.

Il tutto è ricoperto da uno o più strati di feltro (secondo le stagioni) ottenuto con una particolare lavorazione a mano della lana. Una tela di cotone bianco o con ricami colorati copre il tutto e dà alla GHER mongola quel suo colore bianco visibile anche a distanza nelle vaste praterie della Mongolia.
Secondo la visione cosmologica della tradizione mongola, la porta è sempre rivolta a sud, mentre lo spazio interno è generalmente suddiviso in tre parti: a sinistra entrando lo spazio per gli uomini, a destra quello delle donne e al nord lungo la parete lo spazio per gli ospiti di riguardo, gli anziani e i piccoli altarini buddisti.
Al centro la stufa bassa e relativamente piccola il cui fumo esce attraverso un tubo di ferro da un foro praticato nel cerchio di legno centrale posto in alto.
I mobili sono essenziali ad una vita nomade: letto, armadietto, tavolo basso e sgabellini (tutti di un classico colore arancione e con altrettanti coloratissimi disegni simbolici).

La Gher è il microcosmo della vita della popolazione nomade. Il suo spazio interno è governato, da ruoli e regole di comportamento precise. È anche il luogo aperto per accogliere l’amico o lo sconosciuto che vi passa vicino. Alla sua struttura fa riferimento anche la visione cosmologica più affine allo sciamanesimo.